Convivenza e coppia di fatto: ti stai tutelando?

Convivenza e coppia di fatto: ti stai tutelando?

Secondo un rapporto di Eurofound, in Italia circa  2 milioni di persone convivono con una/un partner e questo numero aumenta di anno in anno. Sempre più donne infatti decidono di rimandare per sempre l’organizzazione del giorno da favola in cui ci si scambiano anelli e promesse immersi in fantastiche location attorniati da parenti e amici. La convivenza però spesso si traduce in mancate tutele e in disordine patrimoniale e in questo articolo cercherò di darvi dei campanelli di allarme rispetto a situazioni che possono nascondere dei pericoli o delle insidie.

Perché non ci si sposa più

Esistono molte statistiche che cercano di spiegare come mai le persone decidono sempre più spesso di non sposarsi.

La mancanza di figli oppure il fatto di aver vissuto la separazione o il divorzio dei propri genitori, sembrano essere le cause più frequenti. In Italia le convivenze sono cresciute meno negli ultimi 10 anni rispetto agli altri paesi europei perché nel nostro paese sono più che altro vissute come periodi di “prova” pre-matrimonio, in cui si cerca di capire se ci possano essere motivi ostativi all’unione civile.

Un altro motivo per il quale siamo fanalino di coda in Europa per numero di coppie di fatto è che nel nostro paese, pur essendoci una legge che pone delle tutele anche per le coppie gay, la legge Cirinnà, non è per niente facile fare coming out ed affrontare i pregiudizi culturali connessi alle scelte sessuali individuali, quindi con ogni probabilità quei 2 milioni di conviventi sono molti di più.

L’Italia rimane l’unica nazione in Europa occidentale dove le coppie omosessuali non possono godere di identici diritti e del riconoscimento come famiglia al pari di quelle eterosessuali.

È interessante anche vedere come il numero delle convivenze cresca con il miglioramento del livello di istruzione delle donne, fatto che conferma che il matrimonio a volte viene visto come fonte di una rendita. 

Sono più felici le donne sposate o le donne che convivono?

Ma sono più felici le donne sposate o quelle che convivono? Un’indagine del 2016, ben prima del Covid, riportava che le coppie conviventi erano felici tanto quanto quelle sposate con un distinguo relativo a qualche preoccupazione in più riguardo al futuro perché, come sapete, la legge non prevede grandi tutele per chi “semplicemente convive”, c’è infatti un rischio molto alto di diventare poveri o restare senza casa in caso di morte o di conclusione del rapporto sentimentale.

La storia di Licia e Antonio

Ho conosciuto Licia 2 anni fa, mi ero rivolta a lei per risolvere un problema logistico del mio ufficio. In quell’occasione mi ha raccontato che conviveva da 12 anni con il suo compagno ma che non aveva mai pensato a “sistemare il loro patrimonio” con la motivazione che tanto non avevano intenzione di avere figli.

Con qualche domanda ho cercato di capire se nella loro gestione potessero esserci dei problemi e così finito il sopralluogo abbiamo passato un’ora a chiacchierare davanti ad uno spritz.

Al  momento di alzarci dal tavolino del bar ho colto la palla al balzo e le ho detto:”Licia, scusami se mi intrometto, ma da quello che mi hai raccontato potrebbero esserci dei problemi per te e il tuo compagno se doveste lasciarvi o se dovesse succedervi qualcosa, cosa ne dici se fissiamo un appuntamento così ti racconto come sistemerei la vostra situazione?”.

La cosa che più mi preoccupava in quel momento era che non avessero mai sentito parlare di testamento biologico!

Devi sapere che Antonio è sotto costante controllo medico per un problema cardiaco congenito per il quale deve aspettare ancora del tempo per potersi operare. Licia non sapeva che in qualità di semplice compagna non ha diritto ad essere nemmeno informata dai sanitari delle condizioni di salute di Antonio se lui fosse stato ricoverato o operato, ma non aveva mai pensato nemmeno al fatto che non avrebbe potuto avere voce in capitolo riguardo le cure e i trattamenti a cui sottoporlo in caso di necessità.

Quindi in caso di problemi di salute seri e gravi sarebbe stata esclusa dalla vita del suo compagno. Atroce vero?

Un’altra questione importante e irrisolta era quella relativa all’appartamento in cui vivevano e che Antonio aveva acquistato prima di conoscere Licia e dopo aver divorziato. Fin qui nessun problema se non fosse stato che dopo qualche anno hanno deciso di ristrutturarlo e Licia oltre a investire tutti suoi risparmi nella rinnovata zona giorno ha anche firmato una garanzia a favore di Antonio per un mutuo in banca.

Tralascio le questioni relative al fatto che Antonio veniva da un precedente matrimonio dal quale aveva avuto uno splendido bambino, Giulio, che adesso frequenta l’Università e che ha un ottimo rapporto con Licia.

Insomma, niente di strano, o meglio una situazione che è molto diffusa se pensi alla tua situazione o a quella di qualche amica o parente.

Convivenza, mancate tutele e disordine patrimoniale

In realtà la libertà della convivenza si traduce in mancate tutele e in disordine patrimoniale e in questo articolo cercherò di darvi dei campanelli di allarme rispetto a situazioni che possono nascondere dei pericoli o delle insidie.

Ricorda che uno degli obiettivi di NataLibera è fare in modo che le donne come te non perdano soldi e pezzi di patrimonio, e che anzi possano costruire solide fondamenta alla propria sicurezza finanziaria.

Come tutelarsi

Ma quali sono gli strumenti che possono compensare alla mancanza di tutele previste per legge?

Di seguito te ne riporterò alcuni con degli esempi. Sono tutti strumenti facili da utilizzare e per i quali ti consiglio comunque sempre di confrontarti con la tua consulente.

Il testamento biologico

Se convivi e vuoi che il tuo compagno/a abbia la possibilità di avere informazioni riguardo il tuo stato di salute o che possa prendere decisioni riguardo le cure a cui sottoporti allora il testamento biologico è obbligatorio.

Ma cos’è questo Testamento Biologico? È un documento con cui una persona può disporre della propria vita in particolare stabilendo le cure a cui sottoporsi o meno nell’eventualità si trovasse nella condizione d’incapacità o di malattia terminale. Con questo testamento si può anche nominare una persona di fiducia che ne faccia le veci e la rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie.

Il Testamento biologico può avere la forma di una scrittura privata, e in questo caso deve essere semplicemente consegnato all’Ufficiale dello Stato Civile del comune di Residenza o consegnato direttamente alla struttura sanitaria, oppure può avere la forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata, e in questi casi va redatto da un notaio.

Se state scrivendo già il vostro testamento biologico e decidete di nominare una vostra persona di fiducia ricordatevi che il documento dovrà essere controfirmato anche da questa persona per accettazione dell’importante delega ricevuta.

Il contratto di convivenza

Anche se vivete con il vostro partner da 30 anni sapete bene che la legge sulle successioni e sulle pensioni non vi assicura alcuna tutela. La normativa italiana infatti protegge figli e coniugi in primis.

E anche se il vostro rapporto di convivenza è felice e tranquillo sappiate che ha le stesse probabilità di finire con una separazione, tanto quanto vi foste legalmente sposati. Il problema delle convivenze è che spesso nascono per abitudine, prima porto uno spazzolino, poi occupo un cassetto e alla fine arredo le pareti della casa del partner e mi ci stabilisco, e quindi  alcune questioni relative al patrimonio non vengono affrontate con serietà e la giusta visione professionale.

Se parlare di soldi è difficile tra persone sposate lo è ancor di più tra conviventi perché si ha paura di entrare in una sfera troppo personale o di fare la figura di quella che è interessata solo ai soldi. In realtà come consiglio alle coppie sposate, consiglio anche ai conviventi di parlare il più possibile di denaro, di spese comuni, di progetti di vita per i quali servono risparmi e investimenti.

In Italia un altro fattore che allontana le coppie di fatto dal decidere come gestire il proprio patrimonio c’è anche una buona dose di scaramanzia e quindi le decisioni per tutelare il partner vengono prese in età avanzata, quando ormai si ha la quasi certezza della durata e perseveranza del rapporto, ma anche qui spesso si arriva in ritardo e non si considera che se al mondo ci sono molte più vedove che vedovi le stesse proporzioni le troviamo tra compagne e compagni superstiti.

Ad aiutarci c’è però è arrivata la Legge Cirinnà che ha portato la regolamentazione dei rapporti patrimoniali  nelle coppie di fatto e all’istituzione delle unioni civili tra persone omosessuali.

Il contratto di convivenza è un accordo scritto con il quale tu e il tuo partner registrate la vostra convivenza all’anagrafe e prendete alcune decisioni importanti per la vita della coppia come per esempio: la vostra comune residenza, le modalità di contribuzione alle spese comuni oppure l’impegno all’assistenza reciproca e la definizione del regime patrimoniale (comunione o separazione dei beni) dei beni acquisiti durante la convivenza.

Se la vostra storia dovesse finire potreste avere il diritto di beneficiare di alimenti qualora versaste in uno stato di povertà o non foste in grado di provvedere a voi stesse da sole. Ovviamente l’importo e la durata di tale beneficio dipenderà dalla durata della vostra convivenza, e in questo contratto potreste anche prevedere questo tipo di sostegno.

Inoltre se l’abitazione dove risiedevate era del partner, grazie al contratto di convivenza, vi assicurate almeno 90 giorni di tempo per abbandonare l’immobile e trovarvi un’altra sistemazione.

Ti consiglio di chiedere alla tua consulente finanziaria e alla tua avvocata di consigliarti al meglio al fine di redigere un documento completo che possa prevedere le tutele per te più importanti, in base alla tua personale situazione.

Il testamento

Ovviamente la figura del “convivente” non è prevista dalle leggi che regolamentano le successioni quindi, se doveste venire a mancare, il vostro patrimonio verrebbe trasferito ai vostri figli oppure ai vostri parenti, lasciando totalmente escluso il vostro compagno o compagna.

Per fortuna esiste uno strumento comodo e molto pratico che risolve gran parte dei problemi successori di una coppia convivente: il Testamento.

Se entrambe i conviventi non hanno figli la soluzione del testamento è lineare e i conviventi possono nominare il proprio partner come erede universale senza aver problemi di dover riconoscere quote d’immobili o di denaro ad alcun parente.

Se invece dovessero esserci dei figli il testamento deve comunque garantire a quest’ultimi la loro parte di quota ereditaria legittima.

 

Stai già utilizzando gli strumenti per vivere serenamente la tua convivenza?

Insomma gli strumenti ci sono, bisogna solamente usarli in modo corretto in base alla tua situazione particolare e la tua consulente sarà in grado d’individuare le aree dove bisogna intervenire. 

Se vuoi capire un po’ meglio come puoi sistemare la tua situazione per vivere serenamente la tua convivenza, prenota una consulenza scrivendo a info@natalibera.com.

Nella prossima puntata del blog concluderò la rassegna degli attrezzi che una coppia convivente deve avere nella propria cassetta degli attrezzi, parlandoti di polizze assicurative, investimenti, fondi pensione e gestione dei conti correnti.

Intanto ti auguro una buone prosecuzione alla scoperta del mondo di NataLibera ricordandoti il nostro Podcast e le pagine Facebook e Instagram dove troverai molti spunti interessanti per camminare sulla strada della tua libertà finanziaria.